Caserta, la prof le abbassa il voto: “Tu non sei come gli altri, sei nera”.

Choc in una seconda della scuola media “Giannone”

Quei due elaborati di geografia erano del tutto simili. Anzi: uguali. In tutto e per tutto. E alla bambina il 7 rimediato, rispetto al 9 elargito al compagno di classe, stava stretto. Il suo unico torto è stato quello di farlo notare alla prof. La richiesta di spiegazioni davanti alla cattedra dopo la correzione delle verifiche, una risposta di rimando che ha gelato lei e l’intera classe: «Tu non sei come gli altri, sei nera». Caserta, scuola media statale «Pietro Giannone», quella dei figli di papà. È l’ora di geografia. La piccola, che frequenta la seconda di una sezione che terremo nascosta, ha un tuffo al cuore. Indietreggia senza più aprire bocca, tra gli sguardi altrettanto stupiti dei suoi compagni di studi e di giochi. Riguadagna il suo posto tra i banchi e la cosa – per quanto difficile da mandare giù – finisce lì.

L’orario di lezioni prosegue, la campanella suona altre due volte a sottolineare il cambio di docente tra un’ora e l’altra. Poi, un’ultima volta in maniera più prolungata: è il momento di uscire, di tornare tutti a casa. Gli schiamazzi e i soliti sfottò tra compagni per le scale e l’uscita dal portone che dà su corso Giannone, stesso nome per la più antica scuola del capoluogo con annesso Ginnasio e per il lungo stradone che costeggia il verde del parco della reggia. Simona, un nome di fantasia, torna a casa dopo aver fatto un pezzo di strada con alcune amiche. Dentro si porta un peso troppo grosso per una bambina di 12 anni. Italiana di Caserta ma dalla pelle nera. Si apre con la mamma, che nota un turbamento sul suo viso e le chiede di raccontare. Ed è l’inizio di un’altra storia, che il suo finale deve però ancora scrivere.

Al momento c’è una prof sott’accusa, e che da alcuni giorni non ha fatto più rientro a scuola, ed un carteggio tra l’istituto dove la docente è di ruolo e l’Ufficio scolastico provinciale, quello regionale e forse già anche con il Ministero della Pubblica istruzione. Perché quanto accaduto è stato regolarmente denunciato agli organi superiori dalla dirigente scolastica, che quella professoressa di Geografia seguiva con attenzione già da qualche anno dopo i primi problemi avuti con gli studenti di alcune classi e, di riflesso, con i loro genitori. Era titolare della cattedra di Italiano quando arrivò cinque anni fa alla media «Giannone». Poi la docente, la quarantina superata da un po’, sposata e con figli, ha cominciato a manifestare qualche prima difficoltà di relazione coi ragazzi. Le fu tolto l’insegnamento dell’Italiano e lasciata la Storia e la Geografia. Dall’inizio di quest’anno insegna solo l’ultima materia. La mamma di Simona, riavvolgendo per un attimo il nastro della storia, impietrita dalle parole della piccola decide di andare fino in fondo. L’indomani mattina chiede ed ottiene un appuntamento con la preside durante l’orario di lezione.

A Maria Bianco, questo il nome della dirigente scolastica, racconta ogni cosa. E questa, tra un cambio di ora e l’altra, entra nella seconda frequentata da Simona. Si chiude la porta alle spalle ed esige silenzio. Chiede di conoscere la versione dei fatti dei bambini. Ne ottiene una dolorosa conferma. «Tu sei diversa» sente ripetere dagli scolari: «Sei nera». Assume quindi l’iniziativa di chiamare a sé la prof e di parlarle chiaro: tu sei fuori da questa scuola, le intima. E la docente comincia ad assentarsi. Nei suoi confronti non viene assunto un provvedimento di sospensione, almeno sulle prime: è in malattia. L’accaduto resta chiuso nel più stretto riserbo, fino a quando mercoledì scorso, alla vigilia di una giornata di festa, è in calendario il collegio dei docenti. Due ore di confronto fitto fitto tra la dirigente scolastica e una cinquantina di docenti quanti ne conta oggi la scuola. Qualcuno nota l’assenza della prof ma non ci dà peso: succede di assentarsi anche quando all’ordine del giorno ci sono argomenti importanti. La Bianco non ne fa parola ma sul finire della riunione, quando scattano tutti in piedi che di sotto ci sono mogli e mariti in attesa con i motori delle auto accese ed è quasi ora di cena, vi fa un accenno.

Così lieve che ai più sfugge la gravità della vicenda. Si fa spallucce, per lo più. Ma ci sono anche capannelli. «Stavolta questa ha esagerato» si commenta. E finisce lì, perché è tardi e c’è da prepararsi per la festa dell’Immacolata: domani non c’è scuola, ognuno sogna di evadere con la famiglia. E di mettersi alle spalle, probabilmente, questa brutta storia. Se non ci pensi, in fondo, è come se non fosse mai accaduto. Simona è tornata regolarmente a scuola sin dal giorno successivo all’episodio. Lei è adorata dai compagni di classe e dagli altri docenti. Ha un buon profitto, si dice, e quel 7 in calce alla verifica di Geografia le brucia ancora molto. Non quanto, però, quel marchio di «diversa» imprudentemente affibbiatole. La rabbia è tanta ma stringe i pugni e manda giù un’altra lezione. La più dura che la scuola poteva riservarle. Le verifiche di Geografia ritorneranno, ma i suoi voti saranno ben diversi.

 

Fonte: Corriere del Mezzogiorno.



Lascia un commento